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giovedì 10 febbraio 2011

Rapporto Angelides: la crisi poteva essere evitata!

(MoviSol) - Il 27 gennaio 2011 la Commissione di Inchiesta sulla Crisi Finanziaria, creata dal Congresso USA nel 2009 per stabilire le cause del crac finanziario del 2007-2008, ha fatto la storia. Il suo rapporto, noto come Rapporto Angelides dal nome del presidente della Commissione, Philip Angelides, fornisce un resoconto straordinariamente veritiero del processo decennale di deregulation bancaria, "shadow banking" e speculazione in derivati finanziari che ha portato al crac globale. Sottolinea che l'abrogazione della Legge Glass-Steagall nel 1999, dopo che la Federal Reserve aveva adottato in tutti gli anni Novanta misure per indebolirla, è stato un fattore centrale nel provocare il crollo.
Per chi ha seguito Lyndon LaRouche negli ultimi decenni, le conclusioni e la cronologia del rapporto Angelides non sono affatto una sorpresa. In effetti, LaRouche aveva sistematicamente messo in guardia dalle misure che vengono denunciate nel rapporto, proponendo una politica alternativa, che era stata respinta dagli "esperti" finanziari e dalle autorità.
Nel Weekly Report del 2 febbraio alla LPAC-TV, LaRouche nota che "questo è il primo rapporto ufficiale, pubblicato da un ente commissionato dal governo USA, che pubblica la verità generale sulla storia economica recente degli Stati Uniti". Anche se non prescrive la soluzione, lo studio della Commissione Angelides indica gli errori principali che sono stati commessi, ha detto LaRouche, il che è essenziale per uscire dal caos attuale.
Per coloro che continuano a sostenere che il crac fosse imprevedibile, le conclusioni del rapporto affermano inequivocabilmente: "Concludiamo che questa crisi finanziaria poteva essere evitata. La crisi è stata il risultato di azioni e omissioni umane, non di Madre Natura o di modelli computeristici impazziti. I capitani della finanza e del nostro sistema finanziario hanno ignorato gli avvertimenti e non sono stati capaci di mettere in dubbio, comprendere e gestire i rischi in evoluzione di un sistema essenziale per il benessere del pubblico americano. La loro è stata una grave mancanza, non un passo falso… Una crisi di questa grandezza non doveva verificarsi. Per parafrasare Shakespeare, la colpa non sta nelle stelle, ma in noi".
La Commissione FCIC indica correttamente che oltre 30 anni di "deregulation e affidamento all'autoregolamentazione delle istituzioni finanziarie, voluta dall'ex governatore della Federal Reserve Alan Greenspan e da altri, sostenuta dalle amministrazioni successive e dal Congresso e promossa attivamente dalla potente industria finanziaria ad ogni passo, hanno eliminato tutele chiavi, che avrebbero potuto contribuire ad evitare la catastrofe. Questo approccio ha dato il via a falle nella supervisione di alcune aree critiche con migliaia di miliardi di dollari a rischio, come il sistema bancario ombra e i mercati dei derivati OTC (over-the-counter). Inoltre, il governo ha permesso a imprese finanziarie di scegliere gli enti di vigilanza preferiti in quella che è diventata una corsa al supervisore più debole".
Il rapporto è devastante per la Federal Reserve ed altri enti di vigilanza, agenzie di rating del credito e gli stessi istituti finanziari. In effetti, la corruzione era pervasiva in tutto il sistema. Esso elenca ad esempio le cifre folli spese in bustarelle e denaro per le lobby di Wall Street che andavano a Washington per assicurarsi che venisse abrogata la legge Glass-Steagall, sostenendo che gli enti di vigilanza "non avevano la volontà politica" di scrutinare e corresponsabilizzare gli istituti che erano tenuti a vigilare, e riporta che l'industria finanziaria ha speso almeno 2,7 miliardi di dollari per il lobbying tra il 1999 ed il 2008, oltre al miliardo di dollari in contributi per la campagna elettorale provenienti da esponenti legati a Wall Street. Il rapporto nota anche quanto abbia sofferto l'economia reale a causa della crescita a dismisura del settore finanziario.
La conclusione dell'introduzione è un grido di battaglia implicito: più di due anni dopo l'intervento senza precedenti del governo federale sui mercati finanziari "il nostro sistema finanziario è, per molti aspetti, ancora immutato rispetto a quello che esisteva alla vigilia della crisi. In effetti, sulla scia della crisi, il settore finanziario USA è ancor più concentrato e nelle mani di pochi grandi istituti sistemicamente significativi".
"Anche se non ci è stato chiesto di fare delle raccomandazioni su quale politica adottare, lo scopo del nostro rapporto è quello di dare un resoconto su ciò che è accaduto per poter decidere un nuovo corso… sarebbe la più grande tragedia se accettassimo il ritornello che non era possibile prevedere la crisi e quindi non sarebbe stato possibile far niente. Se accettiamo questa nozione, la crisi si ripeterà".
Il comitato politico di LaRouche (LPAC) ha lanciato una mobilitazione per "ripristinare la legge Glass-Steagall", usando il rapporto Angelides per sensibilizzare centinaia di parlamentari degli stati e fornire loro munizioni preziose nella battaglia per costringere il Congresso ad attuare una riorganizzazione bancaria generale. Il rapporto, che conferma in pieno i moniti di LaRouche e del suo movimento, circola ampiamente a livello nazionale come libro tascabile.
Al contempo la coraggiosa offensiva pubblica di Phil Angelides e l'opposizione dei repubblicani hanno mantenuto viva l'attenzione sui risultati dell'inchiesta della sua commissione. Darrell Issa, presidente repubblicano della Commissione sulla Vigilanza e la Riforma Governativa, Spencer Bachus, presidente della Commissione Finanze, e Patrick Henry, presidente della Commissione Bancaria, hanno chiesto che venga pubblicato il bilancio della FCIC, i suoi registri di spesa, quelli dello staff, ed oltre 400.000 email interne. In una lettera al presidente Angelides, sostengono che è stata colpa della Commissione se quattro membri repubblicani hanno dovuto prendere le distanze dalle conclusioni del rapporto secondo cui l'abrogazione di Glass-Steagall ha contribuito al crac.
Il contrattacco repubblicano sta suscitando ancor più attenzione per il rapporto della FCIC, in attesa del momento in cui il Presidente Angelides testimonierà alla Commissione di Bachus il 16 febbraio. Il 2 febbraio sono stati pubblicati vari attacchi ai membri repubblicani "dissenzienti" della commissione, tra cui uno dell'On. Brad Miller, democratico della stessa commissione. Il Prof. William Black, ex regolatore bancario, denuncia in un articolo alla newsletter Mortgage Investor il commissario "dissidente" Peter Wallisson dell'American Enterprise Institute, per i suoi gravi conflitti di interesse in quanto fu lui a promuovere la deregulation quando era consigliere del Presidente Reagan, e banchiere di Wall Street egli stesso.
Rispondendo per iscritto ad Issa e gli altri, Angelides sostiene che è previsto che la FCIC concluda i lavori il 13 febbraio, e che lo staff che resta lavora per raccogliere i documenti storici della commissione per gli Archivi Nazionali. Aggiunge che non dispone né dello staff né dei fondi necessari ad adempiere alle richieste voluminose dei repubblicani (ironicamente, una delle accuse dell'On. Issa è proprio che la FCIC avrebbe speso troppi soldi).
Nel frattempo Angelides ha concesso varie interviste, puntando il dito contro quello che il rapporto definisce il "sistema bancario ombra" che nel 2008 è arrivato a superare le dimensioni del sistema bancario regolamentato (13 trilioni di dollari rispetto agli 11 trilioni del sistema regolamentato), grazie proprio all'abolizione delle tutele e della muraglia prevista dalla legge Glass-Steagall.
Nella trasmissione di Brian Lehrer su WNYC, Angelides ha invitato gli ascoltatori a scaricare e leggere il rapporto della FCIC spiegando perché sia tanto importante. Ha detto di aver avuto a che fare con l'industria finanziaria tutta la vita, e di essere rimasto "sbigottito" e "ammutolito" da quello che ha appreso nel corso di questa inchiesta.
"Il nostro sistema finanziario è passato da un sistema che doveva sostenere l'economia reale (imprese, creazione di posti di lavoro, creazione di ricchezza per il paese) ad un sistema finalizzato solo a fare soldi, all'ingegneria finanziaria e basta, a grande detrimento del paese… è tutto lì, è una storia che reggerà la prova del tempo".
In un'intervista alla CNBC Angelides sottolinea che gli stessi fattori di rischio del crac del 2008 sono ancora lì, e che la crisi potrebbe quindi ripetersi. Riferisce che le "rapide vendite" del rapporto in formato libro tascabile sono la prova del fatto che gli americani hanno un grande bisogno di scoprire che cosa è successo e come impedire che succeda di nuovo.

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