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domenica 23 gennaio 2011

Tremonti: il vero problema non è il debito pubblico!

Bruxelles, 18 gen. (TMNews) - Quanto alla responsabilità del settore privato nella crisi, il ministro ha fatto un dotto riferimento all'eresia monofisita del V secolo, che attribuiva a Gesù solo la natura divina, negando quella umana ('assorbita' dalla divinità). La 'querelle' teologica fu chiusa con il Concilio di Calcedonia (451), e la condanna del monofisismo, ma oggi, ha detto Tremonti, "c'è un atteggiamento 'monofisista' da parte di chi dice che la crisi è stata causata solo dalla finanza pubblica; la nostra impressione è che abbia invece una doppia natura, di finanza sia pubblica che privata. Se si nega questo - ha avvertito il ministro - si nega la realtà: la stabilità non dipende solo dalla finanza pubblica, ma anche dall'eccesso della leva finanziaria, dalle carte di credito e dalle bolle immobiliari nella finanza privata. La non considerazione di questo 'lato oscuro' - ha osservato Tremonti - ci ha portato a una grande criticità", come dimostra il fatto che "l'Irlanda non aveva problemi di bilancio pubblico" prima della sua crisi dovuta al salvataggio delle banche da parte del governo.
Tremonti ha sottolineato che tutti i ministri dell'Eurozona e la Commissione oggi parlano di una "soluzione complessiva" alla crisi, in opposizione all'approccio Stato per Stato, man mano che emergono le difficoltà, che rischia di ingenerare un effetto domino. Per il ministro, la "parola chiave" è 'comprehensive' (che in inglese vuol dire 'complessivo), perché nella sua radice latina richiama la comprensione, e "significa avere onestà intellettuale, comprendere le cause della crisi". E' un processo, ha osservato, che "sta andando avanto molto bene: quello che era stato visto come un modo particolare e un pò provinciale di leggere la crisi, da parte dell'Italia, ora si sta affermando" a livello europeo. A questo punto, ha chiesto Tremonti, "la domanda è: perché dovrebbero essere prese misure rigorose per i bilanci pubblici, senza fare niente per il settore privato? Anche per noi la disciplina fiscale è un obiettivo fondamentale, ma deve essere combinata con un'analisi più profonda della crisi. E' troppo facile dare la colpa ai governi: ma in Irlanda, Portogallo, Spagna il problema non era la finanza pubblica. I problemi stavano anche nel settore privato, e la disciplina deve intervenire sui due lati".
Dopo essere partiti da una "demonizzazione del debito pubblico", siamo insomma davanti a un vero e proprio cambio di strategia: "Guardare solo al debito pubblico senza la finanza privata, o solo alla finanza privata senza il debito pubblico è un errore. Abbiamo confermato la disciplina fiscale, ma vogliamo anche - ha detto Tremonti - più controlli sulla solidità delle banche e della finanza privata, questo è l'approccio giusto ed è la via maestra". Un approccio comprendente, ad esempio, gli 'stress test' sulle banche, che il commissario Ue al Mercato unico, Michel Barnier, ha confermato oggi saranno ripetuti con una metodologia "più rigorosa e ancora più credibile" rispetto a quelli della primavera scorsa.

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